domenica 15 febbraio 2009

Marco Ursano

Sono fortunato.
Perché ho la possibilità ogni domenica di scrivere quello che penso in uno spazio libero come questo giornale. Un privilegio, che molti non hanno e che oggi sfrutterò impropriamente a mio esclusivo favore. Interesse privato in uno spazio pubblico, come lo è un giornale, anche se di un editore privato. Perché quando l’informazione è libera, è di tutti. Ma oggi voglio essere io al centro dell’attenzione, voglio che si parli di me. Ed ho bisogno di testimoni. Oggi scrivo il mio testamento biologico. Sono in grado di intendere e di volere, e padroneggio abbastanza bene le mie comuni facoltà mentali, come possono testimoniare amici e colleghi di lavoro; ho smesso di fumare, pratico molto sport ed una sana alimentazione con pochissimo alcool, solo qualche buon bicchiere di vino ogni tanto. Quindi, anche la mia salute è buona. Condizione ideale per scrivere queste righe. Scrivo il mio testamento biologico perché ho paura. Non di morire, non tanto. Toccherà anche a me, prima o poi. Speriamo il più tardi possibile, laicamente parlando. Speriamo che mi tocchi quando le cose che mi sono prefisso di compiere nella vita non dico siano a buon punto, ma almeno cominciate. E spero che accada prima della morte dei miei affetti più cari, perché, egoisticamente, non sopporterei di sopravvivere senza le persone che amo. Lo scrivo perché ho paura di due cose: che per un malaugurato incidente io mi possa ridurre in uno stato di coma vegetativo irreversibile e che qualcun altro, qualcuno che io NON ho delegato, che sia un Parlamento, un Governo, un’Autorità religiosa o politica qualsiasi, decida al mio posto se io debba vivere o meno quella condizione. In alte parole, decida al posto mio se, in caso di coma irreversibile vegetativo senza ombra di dubbio acclarato, io debba essere tenuto in vita comunque, attraverso l’alimentazione artificiale. Dichiaro quindi di fidarmi della scienza medica, e se dovesse succedere che una struttura sanitaria di valore certificato dichiarasse il mio coma irreversibile, l’affermazione deve essere accolta come verità incontestabile dai miei familiari per mio conto; dichiaro di fidarmi della scienza medica nel momento in cui afferma in tutto il mondo ed in tutti i protocolli sanitari che l’alimentazione artificiale è, a tutti gli effetti, una cura medica;dichiaro che, in caso la prima dichiarazione risultasse veritiera, di non volere assolutamente ed in nessun modo essere sottoposto ad alimentazione forzata, ma, al contrario, esigo che il mio corpo sia lasciato spegnere in modo naturale;dichiaro di affidare l’esecuzione di queste mie volontà in primo luogo alla compagna della mia vita, mia moglie Francesca, e subito dopo ai miei familiari più stretti. Queste sono le mie volontà, coloro che leggono ne sono testimoni. Mi auguro davvero che, se mai ce ne fosse bisogno, possano essere rispettate in modo legalmente consentito da un ordinamento civile, democratico e rispettoso del diritto inalienabile, di ogni essere umano, di disporre autonomamente e liberamente del proprio corpo e del proprio destino.Se così non fosse, se mi trovassi nella condizione di coma vegetativo irreversibile e se fosse in vigore una legge che vieta la mia libertà di scelta e che mi obbligasse a subire una condizione per me assolutamente intollerabile, mi auguro che le persone a me vicine sappiano comunque trovare il modo di rispettare le mie volontà.Una piccola spiegazione, doverosa, se non altro per rispettare l’attenzione che mi regalano coloro che leggono queste righe: io potrei sopportare, a prezzo di enormi sofferenze e sacrifici, anche una vita segnata da una condizione di grave mutilazione. Sono sicuro che potrei sopportare le tragedie di non correre più perché costretto su una sedia a rotelle, di non vedere più un tramonto africano perché privato della vista, di non ascoltare più un assolo di Miles o Coltrane perché impedito nella mia capacità di udire; potrei forse, e dico forse, ma comunque dovrei scegliere io se e come farlo, sopportare l’estrema condanna di vivere cosciente, immobile in un letto e collegato ad una macchina. Forse, e dico ancora forse, potrei sopportarlo, a patto di avere ancora facoltà di pensiero e di sentimenti e di poterlo decidere liberamente. Ma non potrei mai tollerare di vivere come un vegetale, e costringere chi mi sta accanto ad un simile calvario. Senza pensieri, senza sentimenti e relazioni non c’è vita. Io non vorrò mai essere solo un tubo digerente, una creatura biomeccanica, senza umanità alcuna.Oggi il cielo sopra La Spezia, la mia città, è particolarmente terso e presente.Sarà il freddo pungente e l’aria rarefatta e gelida dell’inverno, che lo rende di un turchino così intenso. Un cielo così e questo sole favorisce l’umore anche nella tristezza, senza dubbio. Un pensiero è affiorato inesorabile, frugando dentro di me per scrivere queste righe, vi assicuro, difficili. Anzi, un paio di pensieri. Uno è dedicato ad Eluana, che finalmente riposa in pace e nella serenità del rispetto della sua volontà e della sua memoria. L’altro, va ad un uomo buono e generoso, che ci ha insegnato cosa sono davvero l’amore per una figlia, la dignità, l’impegno civile e la democrazia. Massimo rispetto, ed affetto, per Beppino Englaro.
15/02/2009 14:48:39
Marco Ursano

sabato 14 febbraio 2009

Giordano Bruno Guerri

14 Febbraio 2009
1) Ho goduto la vita più che ho potuto.
2) Gran parte del godimento è consistito nel viverla il più possibile sciolta da vincoli e limitazioni alla mia libertà: di pensiero, di espressione, di movimento, di realizzazione, di piacere, di lavoro, di amore.
3) Se ho un rimpianto è di non avere saputo sempre sfruttare al meglio la libertà ottenuta: per me, per chi mi è stato vicino, per tutti.
4) Voglio quindi stabilire – liberamente, in piena coscienza – come si dovrà procedere in caso di mia incapacità di intendere e volere: per il mio bene, per quello di chi amo e per la comunità di cui farò parte.
5) Nel caso fossi ridotto in coma irreversibile e in stato vegetativo, voglio che mi venga praticata l’eutanasia: legalmente, se nel frattempo verrà – come mi auguro – promulgata una legge che la renda possibile; in caso contrario illegalmente, ma con tutta la mia gratitudine, da parte di chi mi vuole bene.
6) L’eutanasia dovrà essere praticata sei mesi dopo la dichiarazione di coma irreversibile e stato vegetativo, perché voglio dare una possibilità al miracolo.
7) In nessun caso voglio che, in quel periodo, sia praticata su di me la prassi giustamente definita “accanimento terapeutico”.
Poiché l’eutanasia deve intendersi nel significato di “dolce morte”, per nessun motivo dovrà essere praticata con mezzi concettualmente crudeli e feroci (quale che sia il parere contrario di medici e legislatori), come la privazione del nutrimento e dell’idratazione.
9) Non voglio funerale, né religioso né laico, e desidero che il mio corpo venga cremato.
10) Dopo avere scritto tanto per tutta la vita, mi viene da sorridere notando che ho chiuso la pratica dell’esistenza in 1800 battute e in dieci comandamenti. Salute e allegria a chi resta.
(Il Giornale, 13 febbraio 2009)

venerdì 13 febbraio 2009

Maura Satta Flores




Maura Satta Flores testamento biologico

giovedì 12 febbraio 2009

Lidano Lucidi

di Lidano Lucidi - giovedì 12 febbraio 2009

Sezze, 7 febbraio 2009

Se dovessi ridurmi come un vegetale, se dovesse la mia vita essere legata ad un sondino, se così malauguratamente fosse uccidetemi. Non abbiate scrupoli, non abbiate pietà, fatelo. Credo che la vita sia mia, che l’unico padrone delle mie decisioni sia io non altri. Voglio essere libero di decidere anche quando morire. Se qualche organo ancora funziona datelo a chi ne ha bisogno, a chi ha ancora speranza di vivere, non lasciatemelo dentro ad invecchiare con me.

Se dovesse essere tutto ciò fatelo in silenzio, e soprattutto voi che ritenete che la mia vita non appartiene a me ma al Signore, lasciate che sia il Signore a decidere se ho fatto peccato.

Credo che in Italia non avremo mai una legge sul testamento biologico, così pubblicamente esprimo la mia volontà. Queste poche righe rappresentano il mio testamento biologico, e lo faccio pubblicamente, così che tutti sapranno quali sono i miei desideri in vita.

Lidano Lucidi

Paolo Giuliesi

Paolo Giuliesi
Pubblicato il Febbraio 12, 2009 di testamentobiologico
Testamento biologico

Lo scopo principale di questo mio documento è di salvaguardare la dignità della mia persona, riaffermando il mio diritto di scegliere fra le diverse possibilità di cura disponibili ed eventualmente anche rifiutarle tutte, diritto che deve essere garantito anche quando avessi perduto la mia possibilità di esprimermi in merito.

E questo al fine di evitare l’applicazione di terapie che non avessero altro scopo di prolungare la mia esistenza in uno stato vegetativo o incosciente e di ritardare il sopravvenire della morte.

Io sottoscritto Giuliesi Paolo, nato a Carbonara – Bari il 16 marzo 1977,

nella pienezza delle mie facoltà fisiche e mentali, dispongo quanto segue:

qualora fossi affetto:

- da una malattia allo stadio terminale,

- da una malattia o una lesione traumatica cerebrale invalidante e irreversibile,

- da una malattia implicante l’uso permanente di macchine o altri sistemi artificiali e tale da impedirmi una normale vita di relazione,

non voglio più essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico.

Nelle predette ipotesi: qualora io soffra gravemente dispongo che si provveda ad opportuno trattamento analgesico pur consapevole che possa affrettare la fine della mia esistenza; qualora non fossi più in grado di assumere cibo o bevande, rifiuto di essere sottoposto a idratazione o alimentazione artificiale; qualora fossi anche affetto da malattie intercorrenti (come a mero titolo di esempio: infezioni respiratorie e urinarie, emorragie, disturbi cardiaci e renali) che potrebbero abbreviare la mia vita, rifiuto qualsiasi trattamento terapeutico attivo, (a mero titolo di esempio: antibiotici, trasfusioni, rianimazione cardiopolmonare, emodialisi).

Sempre nelle predette ipotesi: rifiuto qualsiasi forma di continuazione dell’esistenza vegetativa dipendente da apparecchi biomedicali.

Detto inoltre le seguenti disposizioni:

- non richiedo alcuna assistenza religiosa;

- il mio corpo può essere donato per trapianti;

- il mio corpo può essere utilizzato per scopi scientifici e didattici.

In fede

Paolo Giuliesi

Bitonto (BA), 12 febbraio 2009

TRATTO DA http://testamentobiologico.wordpress.com

mercoledì 11 febbraio 2009

Stefano Vernia

Mercoledì, 11 Febbraio 2009 - 17:36

Eluana si spegneva, e parte di un’Italia inutile “guardava” quell’idiozia di “Grande Fratello” ed i suoi falliti partecipanti.
Cosa importa? L’agonia di una vita umana vale meno dell’esser informate circa le nevrosi malate di qualche ridicolo, morto, manichino.Eluana non c’è più, e forse già da diciasette anni la sua anima era altrove.Non mi meraviglia constatare l’atroce cinismo di persone, spererei, ma senza crederlo, poco meno che adolescenti, dinanzi ai casi della vita, alla loro durezza. Non mi aspetto niente dall’uomo, che resosi schiavo del suo egoismo, non vede oltre la vanità effimera di ciò che già non esiste e per di più riflesso distorto di uno specchio deforme.Eluana? Non era affar nostro! Le guerre? Che cosa farci? Godiamo l’istante che viviamo, se questa povertà di spirito significa “godere”. Pecore! Meno umani delle bestie! Vi tocca il dolore solo se vi coinvolge direttamente? …chissà, e forse! Fino a quando vivremo un mondo tanto malato non abbiamo che, l’ingenuità, il sorriso di un bimbo innocente da proteggere a salvarci, a darci la voglia inesauribile di lottare.Io ribadisco immutato il mio testamento biologico:“in casi estremi, mi si tenga in vita sospesa per sei mesi; se al loro scadere non mi sarò svegliato, vuol dire che ho bisogno di riposare, o di andare altrove. Tutti gli organi donabili si donino. Non sarò pesato oltremodo sui miei congiunti che intanto si saranno preparati psicologicamente alla mia dipartita, e non mi si faccia soffrire inutilmente facendo soffrire chi dovrebbe prendere una decisione dolorosa in mia vece. Questo è il mio volere!” Si facciano le prove sul mio corpo per il progresso della scienza, purché si accerti che non apportano dolore e altrimenti si proceda con adeguata e forte terapia antalgica, ma non mi si trasformi in una larva impotente fissata nella freddezza della morte. Qui diviene impossibile non attaccare quella politica che sottovaluta, ignora, i danni arrecati dalle sue decisioni cieche. Se pensate che la mia sia un’aggressione diretta a qualche nostro politico locale o meno vi sbagliate. L’attacco è rivolto a tutti gli ammalati di menefreghismo, politici o meno che siano. Il mondo è sempre stato fango e non ci affogherò senza almeno tentare di evitare lo sprofondamento.Fabbriche, inquinamento, morte. Tutto in nome del dio Denaro e dell’indifferenza.Morremo, ma io non senza lottare, fino a quando Dio lo vorrà!
Stefano VERNIA

Procione Gobbo

affermo solennemente

con questo documento, che deve essere considerato come una vera e propria dichiarazione di volontà, il mio diritto, in caso di malattia, di scegliere tra le diverse possibilità di cura disponibili e al caso anche di rifiutarle tutte, nel rispetto dei miei principi e delle scelte di seguito indicate.
Intendo inoltre che le dichiarazioni contenute in questo documento abbiano valore anche nell’ipotesi in cui in futuro mi accada di perdere la capacità di decidere o di comunicare le mie decisioni ai miei medici curanti sulle scelte da fare riguardo ad una malattia.
A questi fini prevedo la nomina di un fiduciario che si impegna a garantire lo scrupoloso rispetto delle mie volontà e, se necessario, a sostituirsi a me in tutte le decisioni.

Premessa - Il valore della vita e la dignità della Persona

Considero prive di valore e lesive della mia dignità di persona tutte le situazioni in cui non fossi capace di un’esistenza razionale e/o fossi impossibilitato da una malattia irreversibile a condurre una vita di relazioni; e quindi considero non dignitose tutte le situazioni in cui le cure mediche non avessero altro scopo che quello di un mero prolungamento della vita vegetativa. Perciò, dato che in tali circostanze la vita sarebbe per me molto peggiore della morte, voglio che tutti i trattamenti destinati a protrarla siano sospesi o cessati.
Considero egualmente non accettabili, in quanto anch’esse peggiori della morte e in contrasto con il mio concetto di valore della vita e dignità della persona umana, situazioni in cui malattie senza prospettive di guarigione siano inutilmente prolungate attraverso cure e metodi artificiali.

PER QUESTI MOTIVI DISPONGO QUANTO SEGUE

Disposizioni generali

Dispongo che interventi oggi comunemente definiti “provvedimenti di sostegno vitale” e che consistono in misure urgenti quali, ad esempio, la rianimazione cardiopolmonare, la ventilazione assistita, la dialisi, la chirurgia d’urgenza, le trasfusioni di sangue, l’alimentazione artificiale, terapie antibiotiche, non siano messi in atto, qualora il loro risultato fosse, a giudizio di due medici, dei quali uno specialista:

il prolungamento del mio morire
il mantenimento di uno stato d’incoscienza permanente
il mantenimento di uno stato di demenza
totale paralisi con incapacità a comunicare
In particolare, nel caso io fossi affetto da una malattia allo stadio terminale, da una malattia o una lesione cerebrale invalidante e irreversibile, da una malattia implicante l’utilizzo permanente di macchine o altri sistemi artificiali, incluso ogni forma di alimentazione artificiale, e tale da impedirmi una normale vita di relazione, rifiuto qualsiasi forma di rianimazione o continuazione dell’esistenza dipendente da macchine e non voglio più essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico.

Chiedo inoltre formalmente che nel caso fossi affetto da una delle malattie sopra indicate siano intrapresi tutti i provvedimenti atti ad alleviare le mie sofferenze, compreso in particolare l’uso di farmaci oppiacei, anche se essi rischiassero di anticipare la fine della mia vita.

Disposizioni particolari

Nella prospettiva, inoltre, di un’auspicata depenalizzazione, anche nel nostro paese, dell’eutanasia, nel caso in cui anche la sospensione di ogni trattamento terapeutico non determini la morte, chiedo che mi sia praticato il trattamento eutanasico, nel modo che sarà ritenuto più opportuno per la conclusione serena della mia esistenza.

Altre disposizioni particolari

Detto infine le seguenti disposizioni

non voglio alcun tipo di assistenza religiosa
il mio corpo puo’ essere donato per trapianti
voglio essere cremato
non voglio un funerale religioso, sarà sufficiente una festa o riunione tra le persone che avranno piacere di ricordarmi
voglio che le mie ceneri vengano disperse in natura, in un luogo scelto dal mio fiduciario designato

http://www.procionegobbo.it/blog/2009/02/11/il-mio-testamento-biologico

Luca Cicca

Testamento biologico
February 11th, 2009
Se dovessi ridurmi in un letto senza speranza di guarigione, incapace di intedere e di volere, smettete pure di curarmi.Si libera un letto.
Non uccidetemi, niente eutanasia.Che poi rimanete con i sensi di colpa.Quindi il sondino per mangiare lasciatemelo pure, ma niente cure.Pretendo la terapia del dolore.Morfina come se piovesse.
Possibilmente mettetemi in modo che possa vedere fuori dalla finestra.L’ascolto di musica sarà gradito.
Su tutto, decide ovviamente mia moglie.A seguire fratello e sorella.
Non fiori, ma opere di bene, ad associazioni laiche.E fate festa, che si muore una volta sola.
Luca Cicca

martedì 10 febbraio 2009

Federico Ferrazza





Il testamento biologico di Federico Ferrazza

Attilia Invernizzi

IL MIO TESTAMENTO BIOLOGICO
Visto quello che sta succedendo in Italia, spero che mi rimarrà la LIBERTA' DI MORIRE IN SANTA PACE. Per questo motivo, lascio questo messaggio ben visibile a tutto il mondo in modo che non si possa dire che non lo avevo detto. Lascio il mio “testamento biologico” in queste poche parole:
PREMESSO CHE CREDO MOLTO DI Più NEL VALORE DELLA VITA SPIRITUALE CHE NELLA VITA CORPOREA, NEL CASO DOVESSI RIMANERE IN COMA O IN UNO STATO VEGETATIVO COME ELUANA ENGLARO O ANCHE SOLO PARALIZZATA COME WELBY, VI PREGO DI NON LASCIARMI INCOLLATA A UN CORPO CHE NON POSSO CONTROLLARE E CON CUI NON POSSO VIVERE!!!!

VIVERE E’FARE DELLE ESPERIENZE E RICHIEDE AZIONE ED è IL MOTIVO PER CUI ESISTIAMO!!!
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VIVERE E’ MANGIARE IL POLLO CON LE MANI, E’ CANTARE A SQUARCIAGOLA, è IMMERGERSI NEL MARE PER VEDERE I PESCI COLORATI, è FARE UN FALò CON GLI AMICI SU UNA SPIAGGIA, è BALLARE, è LEGGERE UN BUON LIBRO, ASCOLTARE DELLA BUONA MUSICA, VIAGGIARE, PARLARE CON LA GENTE CHE INCONTRI, SCAMBIARSI LE PROPRIE ESPERIENZE E IDEE!! VIVERE è POTER SPEGNERE LE CANDELINE SULLA PROPRIA TORTA DI COMPLEANNO!!!
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VIVERE è INTERAGIRE CON IL MONDO PER CRESCERE SPIRITUALMENTE E QUESTO RICHIEDE AZIONE, MOVIMENTO E UN FARE!!!....
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RESTARE IN UN LETTO D’OSPEDALE PER ANNI O ANCHE SOLO UN ANNO, NON SAREBBE VIVERE, SAREBBE UNA PRIGIONE INUTILE. SIGNIFICHEREBBE MORIRE ANCHE SPIRITUALMENTE OLTRE CHE FISICAMENTECHE, SIGNIFICHEREBBE SUSCITARE UN SENTIMENTO DI COMPASSIONE NELLE PERSONE ED IO MI VERGONGEREI DI NON POTER ESSERE AUTONOMA E AUTOSUFFICIENTE!!!
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LA MIA PIù GRANDE GIOIA DEL VIVERE è CREARE, INTERAGIRE CON LE PERSONE, COSTRUIRE E VORREI VIVERE UNA VITA DEGNA DI ESSERE VISSUTA!!
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PER QUESTO MOTIVO, VI PREGO, VI SCONGIURO DI NON LASCIARMI IN COMA O PARALIZZATA O IN UNO STATO VEGETATIVO!!! VI PREGO DI STACCARE LA SPINA!!! NON VOGLIO ACCANIMENTO TERAPEUTICO!!! LASCIATE CHE IL MIO CORPO MUOIA IN PACE…..IO SARò ANCORA VIVA SPIRITUALMENTE E MI RITROVERETE SENZ’ALTRO DA QUALCHE ALTRA PARTE A GIOCARE CON LA VITA E A VIVERE INTENSAMENTE!!!
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CHE DIO ABBIA PIETà DI CHI NON CREDE CHE ESISTE UNA VITA SPIRITUALE E DI CHI NON CREDE CHE UNA VITA DEVE ESSERE VISSUTA DEGNAMENTE!!!! CHE DIO PERDONI CHI HA OBBLIGATO ELUANA A STARE IMPRIGIONATA IN UN CORPO CON IL QUELE NON POTEVA PIù VERAMENTE VIVERE LA VITA PER LA QUALE è STATA CREATA Né FARSI LE ESPERIENZE NECESSARIE PER LA SUA PROPRIA CRESCITA SPIRITUALE, Né VIVERE COME AVEVA SEMPRE VISSUTO!!! ....
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IN FEDE....
ATTILIA INVERNIZZI....

Pietro Monteleone

Roma , 10 febbraio 2009

Io sottoscritto Monteleone Pietro, nato a Altamura (BA) il 09-02-1977, nella pienezza delle mie facoltà fisiche e mentali, dispongo quanto segue.

Qualora fossi affetto:
da una malattia allo stadio terminale,
da una malattia o una lesione traumatica cerebrale invalidante e irreversibile,
da una malattia implicante l’uso permanente di macchine o altri sistemi artificiali e tale da impedirmi una normale vita di relazione,
non voglio più essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico.

Nelle predette ipotesi:
qualora io soffra gravemente dispongo che si provveda ad opportuno trattamento analgesico pur consapevole che possa affrettare la fine della mia esistenza;
qualora non fossi più in grado di assumere cibo o bevande, rifiuto di essere sottoposto a idratazione o alimentazione artificiale;


Sempre nelle predette ipotesi:
Rifiuto qualsiasi forma di continuazione dell’esistenza dipendente da macchine.

Detto inoltre le seguenti disposizioni:

il mio corpo può essere donato per trapianti;
il mio corpo può essere utilizzato per scopi scientifici e didattici.

Lo scopo principale di questo mio documento è di salvaguardare la dignità della mia persona, riaffermando il mio diritto di scegliere fra le diverse possibilità di cura disponibili ed eventualmente anche rifiutarle tutte, diritto che deve essere garantito anche quando avessi perduto la mia possibilità di esprimermi in merito.
E questo al fine di evitare l’applicazione di terapie che non avessero altro scopo di prolungare la mia esistenza in uno stato vegetativo o incosciente e di ritardare il sopravvenire della morte.

Simone C.Tolomelli

Simone C.Tolomelli
blog archivio chi è che cosa contatti Il mio testamento biologico (prima o poi servirà)
Non sono il primo a fare una cosa del genere, ma lo scrivo qui e poi avrò modo di comunicarlo anche con un video, non sia mai che possa essere messo in dubbio il fatto che sia stato io a scrivere tutto ciò.

Punto due, non serve a nulla quel che sto facendo perché a prescindere dalle mie volontà attuali e dal rispetto che possono più o meno suscitare di sponda non esiste una legge che cauteli quello che voglio io. Ci sono varie leggi e tentativi di leggi che difendono il generico e quello che generico si vorrebbe divenisse ma il mio specifico non c'è.

Eppure mi muovo lo stesso, considerando che magari prima o poi anche il nostro Stato si sarà emancipato e allora potranno fare copia e incolla da qui.

«Il mio desiderio, nel momento in cui non fossi più in grado di esprimerlo è che ogni mio organo venga espiantato e donato a chiunque ne abbia bisogno in accordo con le liste eccetera e che nessuno si permetta di dire che non lo volevo; che il mio corpo in stato di coma irreversibile, in virtù di quanto sia protocollato ufficialmente dalla scienza nel momento esatto della mia insufficienza, sia tenuto in vita per un periodo non superiore ai due anni e non inferiore ad uno al netto del manifestarsi di ripetuti e macroscopici aspetti, comprovabili scientificamente, che testimonino la vita in antitesi con lo stato comatoso stesso, il fatto che faccia pipì non vale: per essere chiari. Passato questo tempo, non fosse precedentemente sopraggiunta la morte, il mio desiderio preso in piena coscienza di quel che sto scrivendo e del perché, è che io sia staccato da ogni macchinario che mi tiene forzosamente in vita e che nel periodo che la natura stessa mi concederà io muoia. Nell'istante in cui la procedura divenisse irreversbile non desidero ricevere nessun tipo di visita da parte di nessun religioso e quindi di ogni pratica religiosa, di qualsivoglia religione, che cerchi di rendere sacro un qualche cosa di molto banale. All'indomani della mia morte il mio desiderio è che il mio corpo, espiantato quanto possibile, venga cremato, che non sia celebrato alcun funerale, non civile ed a maggior ragione religioso, che ogni anno io non sia ricordato all'interno di nessuna funzione religiosa e che al mio nome non sia mai associata alcuna battaglia politica e religiosa. Siccome sono uno pragmatico, spero che i miei parenti possano liberarsi delle mie ceneri in fretta onde evitare di perdere i propri pensieri dietro ad un morto, la vita è fatta per i vivi. In mio ricordo, mi farebbe piacere se voleste preparare una buona cena fra di voi e ascoltare, se proprio dovete fare qualche cosa per piangere, qualche canzone di John Lennon e l'adagio K622 del concerto per clarinetto in si bemolle di Mozart, per il resto sorridete.»

Alberto D'Ottavi

Testamento biologico di Alberto D'Ottavi
Di alberto dottavi (del 10/02/2009 @ 08:46:25, in Off Topic, letto 1547 volte)
Milano, 10 febbraio 2009
Io sottoscritto Alberto D'Ottavi, nato a Genova il 5 ottobre 1965, nella pienezza delle mie facoltà fisiche e mentali, dispongo quanto segue.

Qualora fossi affetto:
da una malattia allo stadio terminale,
da una malattia o una lesione traumatica cerebrale invalidante e irreversibile,
da una malattia implicante l’uso permanente di macchine o altri sistemi artificiali e tale da impedirmi una normale vita di relazione,
non voglio essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico.

Nelle predette ipotesi:
qualora io soffra gravemente dispongo che si provveda ad opportuno trattamento analgesico pur consapevole che possa affrettare la fine della mia esistenza;
qualora non fossi più in grado di assumere cibo o bevande, rifiuto di essere sottoposto a idratazione o alimentazione artificiale;
qualora fossi anche affetto da malattie intercorrenti (come infezioni respiratorie e urinarie, emorragie, disturbi cardiaci e renali) che potrebbero abbreviare la mia vita, rifiuto qualsiasi trattamento terapeutico attivo, in particolare antibiotici, trasfusioni, rianimazione cardiopolmonare, emodialisi.

Sempre nelle predette ipotesi:
Rifiuto qualsiasi forma di continuazione dell’esistenza dipendente da macchine.

Detto inoltre le seguenti disposizioni:
non richiedo alcuna assistenza religiosa;
il mio corpo può essere donato per trapianti;
il mio corpo può essere utilizzato per scopi scientifici e didattici.

Lo scopo principale di questo mio documento è di salvaguardare la dignità della mia persona, riaffermando il mio diritto di scegliere fra le diverse possibilità di cura disponibili ed eventualmente anche rifiutarle tutte, diritto che deve essere garantito anche quando avessi perduto la mia possibilità di esprimermi in merito.
E questo al fine di evitare l’applicazione di terapie che non avessero altro scopo di prolungare la mia esistenza in uno stato vegetativo o incosciente e di ritardare il sopravvenire della morte.

Alberto D'Otttavi

Antonio Vergara

Grumo Nevano, 10 febbraio 2009

Io sottoscritto Antonio Vergara, nato a Grumo Nevano (Na) il 24 luglio 1972, nella pienezza delle mie facoltà fisiche e mentali, dispongo quanto segue.
Qualora fossi affetto:da una malattia allo stadio terminale,da una malattia o una lesione traumatica cerebrale invalidante e irreversibile,da una malattia implicante l’uso permanente di macchine o altri sistemi artificiali e tale da impedirmi una normale vita di relazione,non voglio essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico.
Nelle predette ipotesi:qualora io soffra gravemente dispongo che si provveda ad opportuno trattamento analgesico pur consapevole che possa affrettare la fine della mia esistenza;qualora non fossi più in grado di assumere cibo o bevande, rifiuto di essere sottoposto a idratazione o alimentazione artificiale;qualora fossi anche affetto da malattie intercorrenti (come infezioni respiratorie e urinarie, emorragie, disturbi cardiaci e renali) che potrebbero abbreviare la mia vita, rifiuto qualsiasi trattamento terapeutico attivo, in particolare antibiotici, trasfusioni, rianimazione cardiopolmonare, emodialisi.
Sempre nelle predette ipotesi:Rifiuto qualsiasi forma di continuazione dell’esistenza dipendente da macchine.
Detto inoltre le seguenti disposizioni:non richiedo alcuna assistenza religiosa;il mio corpo può essere donato per trapianti;il mio corpo può essere utilizzato per scopi scientifici e didattici.
Lo scopo principale di questo mio documento è di salvaguardare la dignità della mia persona, riaffermando il mio diritto di scegliere fra le diverse possibilità di cura disponibili ed eventualmente anche rifiutarle tutte, diritto che deve essere garantito anche quando avessi perduto la mia possibilità di esprimermi in merito.E questo al fine di evitare l’applicazione di terapie che non avessero altro scopo di prolungare la mia esistenza in uno stato vegetativo o incosciente e di ritardare il sopravvenire della morte.
Antonio Vergara
post scriptum: proprio perché credo in Dio sono ancora più certo che la vita debba stare sempre nelle mani del Signore e non in quelle di una macchina.

lunedì 9 febbraio 2009

Stefano Morandini


Testamento Biologico Morandini

Tommaso Castelli

Testamento biologico Tommaso Castelli

Sergio Baratto

Oggi 9 febbraio 2009 io Sergio Baratto, nato ad Abbiategrasso il 18 giugno 1973, nel pieno possesso delle mie facoltà dichiaro quanto segue:
se dovessi trovarmi in uno stato vegetativo irreversibile prolungato artificialmente tramite una procedura di alimentazione forzata, o in condizioni tali che la mia coscienza fosse perduta per sempre e la mia sopravvivenza puramente meccanica fosse garantita esclusivamente dalle macchine, chiedo che al mio corpo vengano risparmiate ulteriori sofferenze e lo strazio di una non-vita.
Se il mio stato si rivelasse senza speranza, e fosse perciò in tutto e per tutto una lunghissima e penosa agonia, chiedo con forza che non ci si accanisca terapeuticamente su di me e che mi si lasci morire.
Se qualcuno dei miei organi fosse ancora buono e funzionante, mi piacerebbe che servisse ad aiutare la vita di qualcun altro.
Data la situazione attuale, ho ritenuto necessario e più sicuro rendere pubbliche queste mie volontà che, in condizioni normali e in un paese civile, sarebbero rimaste private.

Pubblicato da ilprimoamore il 09-02-09
testamenti biologici

TRATTO DA http://www.ilprimoamore.com/testo_1329.html

Sandycove

09 febbraio 2009
TESTAMENTO BIOLOGICO
Considerando tutto quello che sta succedendo, è meglio specificare la mia volontà:

nel caso, per qualsiasi ragione, fossi ridotto allo stato di morte cerebrale, coma irreversibile, stato vegetativo, e via di questo passo, VOGLIO, che venga messa fine a qualsiasi trattamento di alimentazione forzosa, sollevando da qualsiasi responsabilità chi dà corso a queste mie disposizioni.

Inoltre, come già scelto sulla tesserina ricevuta qualche anno fa dal ministero, autorizzo l'utilizzo dei miei organi, ancora idonei, per operazioni di trapianto.

Detto questo, adesso è ora che anche in Italia si colmi il vuoto che c'è sull'argomento; non importa se in termini permissivi o repressivi (in democrazia decide la maggioranza), ma si legiferi una buona volta sull'argomento. Non puo' continuare questo stillicidio di opinioni fini a se stesse e, soprattutto, non si puo' continuare a sparare cazzate su argomenti così seri.

http://sandycove.myblog.it/trackback/1734087

Marcello Saponaro

Saponaro Marcello

Pubblicato il Febbraio 9, 2009 di testamentobiologico
Testamento biologico
Lo scopo principale di questo mio documento è di salvaguardare la dignità della mia persona, riaffermando il mio diritto di scegliere fra le diverse possibilità di cura disponibili ed eventualmente anche rifiutarle tutte, diritto che deve essere garantito anche quando avessi perduto la mia possibilità di esprimermi in merito.
E questo al fine di evitare l’applicazione di terapie che non avessero altro scopo di prolungare la mia esistenza in uno stato vegetativo o incosciente e di ritardare il sopravvenire della morte.
Io sottoscritto Marcello Saponaro

nato a Milano

il 12 luglio 1970

nella pienezza delle mie facoltà fisiche e mentali,

dispongo quanto segue:

Qualora fossi affetto:
da una malattia allo stadio terminale,
da una malattia o una lesione traumatica cerebrale invalidante e irreversibile,
da una malattia implicante l’uso permanente di macchine o altri sistemi artificiali e tale da impedirmi una normale vita di relazione,

non voglio più essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico.

Nelle predette ipotesi:
qualora io soffra gravemente dispongo che si provveda ad opportuno trattamento analgesico pur consapevole che possa affrettare la fine della mia esistenza;
qualora non fossi più in grado di assumere cibo o bevande, rifiuto di essere sottoposto a idratazione o alimentazione artificiale;
qualora fossi anche affetto da malattie intercorrenti (come a mero titolo di esempio: infezioni respiratorie e urinarie, emorragie, disturbi cardiaci e renali) che potrebbero abbreviare la mia vita, rifiuto qualsiasi trattamento terapeutico attivo, (a mero titolo di esempio: antibiotici, trasfusioni, rianimazione cardiopolmonare, emodialisi).

Sempre nelle predette ipotesi:
Rifiuto qualsiasi forma di continuazione dell’esistenza vegetativa dipendente da apparecchi biomedicali.

Detto inoltre le seguenti disposizioni:

il mio corpo può essere donato per trapianti; (scegliere l’opzione)
il mio corpo può essere utilizzato per scopi scientifici e didattici. (scegliere l’opzione)
In fede

Marcello Saponaro

Dalmine, 9 febbraio 2009

Simone Zuin

San Felice del Benaco, 09 febbraio 2009

Io sottoscritto Simone Zuin, nato a Dolo (VE) il 29 maggio 1970, nella pienezza delle mie facoltà fisiche e mentali, dispongo quanto segue.

Qualora fossi affetto:

da una malattia allo stadio terminale,
da una malattia o una lesione traumatica cerebrale invalidante e irreversibile,
da una malattia implicante l’uso permanente di macchine o altri sistemi artificiali e tale da impedirmi una normale vita di relazione,
non voglio più essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico.

Nelle predette ipotesi:

qualora io soffra gravemente dispongo che si provveda ad opportuno trattamento analgesico pur consapevole che possa affrettare la fine della mia esistenza;
qualora non fossi più in grado di assumere cibo o bevande, rifiuto di essere sottoposto a idratazione o alimentazione artificiale;
qualora fossi anche affetto da malattie intercorrenti (come infezioni respiratorie e urinarie, emorragie, disturbi cardiaci e renali) che potrebbero abbreviare la mia vita, rifiuto qualsiasi trattamento terapeutico attivo, in particolare antibiotici, trasfusioni, rianimazione cardiopolmonare, emodialisi.
Sempre nelle predette ipotesi:

Rifiuto qualsiasi forma di continuazione dell’esistenza dipendente da macchine.
Detto inoltre le seguenti disposizioni:

il mio corpo può essere donato per trapianti.
Lo scopo principale di questo mio documento è di salvaguardare la dignità della mia persona, riaffermando il mio diritto di scegliere fra le diverse possibilità di cura disponibili ed eventualmente anche rifiutarle tutte, diritto che deve essere garantito anche quando avessi perduto la mia possibilità di esprimermi in merito.
E questo al fine di evitare l’applicazione di terapie che non avessero altro scopo di prolungare la mia esistenza in uno stato vegetativo o incosciente e di ritardare il sopravvenire della morte.

domenica 8 febbraio 2009

Carlo Miccio


Testamento biologico di carlo miccio

Caterina Cavina

IL MIO TESTAMENTO BIOLOGICO
Visto che non esiste, creiamoci il testamento biologico sul blog! Più testimoni di così...

IO SOTTOSCRITTA CATERINA CAVINA
natoa a Catel San Pietro Terme il 25/12/72 e residente a Medicina (BO) in via Licurgo Fava 1006 nel pieno delle mie facoltà mentali, e allo scopo di salvaguardare la dignità della mia persona,

affermo solennemente

con questo documento, che deve essere considerato come una vera e propria dichiarazione di volontà, il mio diritto, in caso di malattia, di scegliere tra le diverse possibilità di cura disponibili e al caso anche di rifiutarle tutte, nel rispetto dei miei principi e delle scelte di seguito indicate.
Intendo inoltre che le dichiarazioni contenute in questo documento abbiano valore anche nell'ipotesi in cui in futuro mi accada di perdere la capacità di decidere o di comunicare le mie decisioni ai miei medici curanti sulle scelte da fare riguardo ad una malattia.
A questi fini prevedo la nomina di un fiduciario che si impegna a garantire lo scrupoloso rispetto delle mie volontà e, se necessario, a sostituirsi a me in tutte le decisioni.

Premessa - Il valore della vita e la dignità della Persona

Considero prive di valore e lesive della mia dignità di persona tutte le situazioni in cui non fossi capace di un'esistenza razionale e/o fossi impossibilitato da una malattia irreversibile a condurre una vita di relazioni; e quindi considero non dignitose tutte le situazioni in cui le cure mediche non avessero altro scopo che quello di un mero prolungamento della vita vegetativa. Perciò, dato che in tali circostanze la vita sarebbe per me molto peggiore della morte, voglio che tutti i trattamenti destinati a protrarla siano sospesi o cessati.
Considero egualmente non accettabili, in quanto anch'esse peggiori della morte e in contrasto con il mio concetto di valore della vita e dignità della persona umana, situazioni in cui malattie senza prospettive di guarigione siano inutilmente prolungate attraverso cure e metodi artificiali.


PER QUESTI MOTIVI DISPONGO QUANTO SEGUE

Disposizioni generali

Dispongo che interventi oggi comunemente definiti "provvedimenti di sostegno vitale" e che consistono in misure urgenti quali, ad esempio, la rianimazione cardiopolmonare, la ventilazione assistita, la dialisi, la chirurgia d'urgenza, le trasfusioni di sangue, l'alimentazione artificiale, terapie antibiotiche, non siano messi in atto, qualora il loro risultato fosse, a giudizio di due medici, dei quali uno specialista:

* il prolungamento del mio morire
* il mantenimento di uno stato d'incoscienza permanente
* il mantenimento di uno stato di demenza
* totale paralisi con incapacità a comunicare

In particolare, nel caso io fossi affetto/a da una malattia allo stadio terminale, da una malattia o una lesione cerebrale invalidante e irreversibile, da una malattia implicante l'utilizzo permanente di macchine o altri sistemi artificiali, incluso ogni forma di alimentazione artificiale, e tale da impedirmi una normale vita di relazione, rifiuto qualsiasi forma di rianimazione o continuazione dell'esistenza dipendente da macchine e non voglio più essere sottoposto/a ad alcun trattamento terapeutico.

Chiedo inoltre formalmente che nel caso fossi affetto/a da una delle malattie sopra indicate siano intrapresi tutti i provvedimenti atti ad alleviare le mie sofferenze, compreso in particolare l'uso di farmaci oppiacei, anche se essi rischiassero di anticipare la fine della mia vita.

Disposizioni particolari

Nella prospettiva, inoltre, di un'auspicata depenalizzazione, anche nel nostro paese, dell'eutanasia, nel caso in cui anche la sospensione di ogni trattamento terapeutico non determini la morte, chiedo che mi sia praticato il trattamento eutanasico, nel modo che sarà ritenuto più opportuno per la conclusione serena della mia esistenza.

Caterina Cavina

Federico Bo

Testamento biologico di Federico Bo, 8 Febbraio 2009
Formia, 8 febbraio 2009

Io sottoscritto Federico Bo, nato a Formia il 21 gennaio 1967, nella pienezza delle mie facoltà fisiche e mentali, dispongo quanto segue.

Qualora fossi affetto:
da una malattia allo stadio terminale,
da una malattia o una lesione traumatica cerebrale invalidante e irreversibile,
da una malattia implicante l’uso permanente di macchine o altri sistemi artificiali e tale da impedirmi una normale vita di relazione,
non voglio più essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico.

Nelle predette ipotesi:
qualora io soffra gravemente dispongo che si provveda ad opportuno trattamento analgesico pur consapevole che possa affrettare la fine della mia esistenza;
qualora non fossi più in grado di assumere cibo o bevande, rifiuto di essere sottoposto a idratazione o alimentazione artificiale;
qualora fossi anche affetto da malattie intercorrenti (come infezioni respiratorie e urinarie, emorragie, disturbi cardiaci e renali) che potrebbero abbreviare la mia vita, rifiuto qualsiasi trattamento terapeutico attivo, in particolare antibiotici, trasfusioni, rianimazione cardiopolmonare, emodialisi.

Sempre nelle predette ipotesi:
Rifiuto qualsiasi forma di continuazione dell’esistenza dipendente da macchine.

Detto inoltre le seguenti disposizioni:
non richiedo alcuna assistenza religiosa;
il mio corpo può essere donato per trapianti;
il mio corpo può essere utilizzato per scopi scientifici e didattici.

Lo scopo principale di questo mio documento è di salvaguardare la dignità della mia persona, riaffermando il mio diritto di scegliere fra le diverse possibilità di cura disponibili ed eventualmente anche rifiutarle tutte, diritto che deve essere garantito anche quando avessi perduto la mia possibilità di esprimermi in merito.
E questo al fine di evitare l’applicazione di terapie che non avessero altro scopo di prolungare la mia esistenza in uno stato vegetativo o incosciente e di ritardare il sopravvenire della morte.

sabato 7 febbraio 2009

Alberto Galanti


Alberto Galanti: testamento biologico

Guido Vetere

Testamento biologico
GUIDO VETERE
07/02/09
Uno spermatozoo entra in un ovulo e vi immette il suo dna. Ciò che ne risulta si chiama zigote, e tramite un processo di duplicazione cellulare detto mitosi, in poco tempo lo zigote assumerà dimensioni e forma tali da meritare il titolo di embrione. Dopo circa tre mesi l'embrione avrà sviluppato le caratteristiche morfologiche della specie umana, e si chiamerà feto. Dopo qualche altro mese il feto uscirà dall'utero materno, e sarà detto bambino. Il bambino imparerà a riconoscere il mondo esterno, inizierà a sviluppare una coscienza, verso i due anni parlerà, imparerà molte cose anche complesse, poi andrà a scuola, inizierà ad interagire con gli altri in modo autonomo, acquisire credenze e orientamenti propri, e se tutto il suo apprendistato andrà a buon fine, un giorno da quello spermatozoo e quell'ovulo avremo un essere umano pienamente dotato di volontà, coscienza, memoria, convincimenti.

Tra ciò che è presente alla coscienza di questo essere c'è un complesso di eventi che esso chiamerà 'la mia vita'. Per duri e talvolta misteriosi che ne siano gli eventi, in genere l'essere umano sviluppa una nozione di possesso e controllo nei confronti di tale complesso, tanto che si dice: 'decidere cosa fare della propria vita'. Ma l'essere potrà anche credere che 'la propria vita' non gli appartenga in tutto, e che esista un ente terzo il quale debba regolare alcune decisioni riguardo ad essa, in particolare relative a momenti critici come la malattia e la morte. Nei regimi non teocratici, tuttavia, l'essere è libero di credere che questo ente terzo non vi sia o non debba essere coinvolto nelle sue faccende a questo livello. E comunque, chi volesse autodeterminarsi vorrebbe vedersi riconosciuto il diritto elementare di stabilire alcune condizioni per la propria permanenza in vita.

In questi giorni di marasma mediatico, legislativo e perfino istituzionale sull'argomento molte persone stanno pubblicando su Youtube il proprio testamento biologico. Probabilmente non servirà se non come testimonianza. Ma voglio imitarli proprio in questo, affidando a questo blog le mie volontà. Niente di particolarmente intimo, come si vedrà. In caso di perdita di coscienza, non voglio essere curato né alimentato né comunque tenuto in vita se non c'è una ragionevole attesa che io possa guarire, e voglio che tale ragionevolezza sia valutata dagli esseri ragionevoli di cui ho contribuito a generare la vita o dai quali l'ho ricevuta. Molto semplice, no?

venerdì 6 febbraio 2009

Alessandro Nardone

Premesso che:
Credo nel valore inalienabile della vita e nella strenua difesa di essa, in nome di Dio, della mia famiglia, delle persone che amo e della comunità in cui vivo. Credo nella fede e nella speranza, nella forza che sappiamo trarne nelle situazioni più difficili, anche quelle apparentemente insormontabili. Credo, altresì, nel sacrificio, sia pur estremo, affinchè le persone a me care non siano costrette a rinunciare, di fatto, al loro vivere quotidiano per accudirmi ed affinchè, persone effettivamente bisognose, abbiano la possibilità di riprendersi la loro vita.
Io, sottoscritto, Alessandro Nardone, nato a Cassino (FR) il 3 maggio 1976 e residente a Como, nel pieno delle mie facoltà mentali ed in totale libertà di scelta, dispongo che, in caso di lesione cerebrale invalidante ed irreversibile, ogni trattamento terapeutico o di sostegno (compresa l’alimentazione) dovrà cessare entro e non oltre il termine perentorio costituito dalla ventiquattresima settimana a partire dall’inizio delle cure. Autorizzo, inoltre, la donazione dei miei organi per trapianti.
In fede.
Alessandro NARDONE

martedì 3 febbraio 2009

Marco Cattaneo

Roma, 3 febbraio 2009

Io sottoscritto Marco Cattaneo, nato a Milano il 20 dicembre 1963, nella pienezza delle mie facoltà fisiche e mentali, dispongo quanto segue.
Qualora fossi affetto:da una malattia allo stadio terminale,da una malattia o una lesione traumatica cerebrale invalidante e irreversibile,da una malattia implicante l’uso permanente di macchine o altri sistemi artificiali e tale da impedirmi una normale vita di relazione,non voglio più essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico.
Nelle predette ipotesi:qualora io soffra gravemente dispongo che si provveda ad opportuno trattamento analgesico pur consapevole che possa affrettare la fine della mia esistenza;qualora non fossi più in grado di assumere cibo o bevande, rifiuto di essere sottoposto a idratazione o alimentazione artificiale;qualora fossi anche affetto da malattie intercorrenti (come infezioni respiratorie e urinarie, emorragie, disturbi cardiaci e renali) che potrebbero abbreviare la mia vita, rifiuto qualsiasi trattamento terapeutico attivo, in particolare antibiotici, trasfusioni, rianimazione cardiopolmonare, emodialisi.
Sempre nelle predette ipotesi:Rifiuto qualsiasi forma di continuazione dell’esistenza dipendente da macchine.
Detto inoltre le seguenti disposizioni:non richiedo alcuna assistenza religiosa;il mio corpo può essere donato per trapianti;il mio corpo può essere utilizzato per scopi scientifici e didattici.
Lo scopo principale di questo mio documento è di salvaguardare la dignità della mia persona, riaffermando il mio diritto di scegliere fra le diverse possibilità di cura disponibili ed eventualmente anche rifiutarle tutte, diritto che deve essere garantito anche quando avessi perduto la mia possibilità di esprimermi in merito.E questo al fine di evitare l’applicazione di terapie che non avessero altro scopo di prolungare la mia esistenza in uno stato vegetativo o incosciente e di ritardare il sopravvenire della morte.