martedì 10 febbraio 2009

Simone C.Tolomelli

Simone C.Tolomelli
blog archivio chi è che cosa contatti Il mio testamento biologico (prima o poi servirà)
Non sono il primo a fare una cosa del genere, ma lo scrivo qui e poi avrò modo di comunicarlo anche con un video, non sia mai che possa essere messo in dubbio il fatto che sia stato io a scrivere tutto ciò.

Punto due, non serve a nulla quel che sto facendo perché a prescindere dalle mie volontà attuali e dal rispetto che possono più o meno suscitare di sponda non esiste una legge che cauteli quello che voglio io. Ci sono varie leggi e tentativi di leggi che difendono il generico e quello che generico si vorrebbe divenisse ma il mio specifico non c'è.

Eppure mi muovo lo stesso, considerando che magari prima o poi anche il nostro Stato si sarà emancipato e allora potranno fare copia e incolla da qui.

«Il mio desiderio, nel momento in cui non fossi più in grado di esprimerlo è che ogni mio organo venga espiantato e donato a chiunque ne abbia bisogno in accordo con le liste eccetera e che nessuno si permetta di dire che non lo volevo; che il mio corpo in stato di coma irreversibile, in virtù di quanto sia protocollato ufficialmente dalla scienza nel momento esatto della mia insufficienza, sia tenuto in vita per un periodo non superiore ai due anni e non inferiore ad uno al netto del manifestarsi di ripetuti e macroscopici aspetti, comprovabili scientificamente, che testimonino la vita in antitesi con lo stato comatoso stesso, il fatto che faccia pipì non vale: per essere chiari. Passato questo tempo, non fosse precedentemente sopraggiunta la morte, il mio desiderio preso in piena coscienza di quel che sto scrivendo e del perché, è che io sia staccato da ogni macchinario che mi tiene forzosamente in vita e che nel periodo che la natura stessa mi concederà io muoia. Nell'istante in cui la procedura divenisse irreversbile non desidero ricevere nessun tipo di visita da parte di nessun religioso e quindi di ogni pratica religiosa, di qualsivoglia religione, che cerchi di rendere sacro un qualche cosa di molto banale. All'indomani della mia morte il mio desiderio è che il mio corpo, espiantato quanto possibile, venga cremato, che non sia celebrato alcun funerale, non civile ed a maggior ragione religioso, che ogni anno io non sia ricordato all'interno di nessuna funzione religiosa e che al mio nome non sia mai associata alcuna battaglia politica e religiosa. Siccome sono uno pragmatico, spero che i miei parenti possano liberarsi delle mie ceneri in fretta onde evitare di perdere i propri pensieri dietro ad un morto, la vita è fatta per i vivi. In mio ricordo, mi farebbe piacere se voleste preparare una buona cena fra di voi e ascoltare, se proprio dovete fare qualche cosa per piangere, qualche canzone di John Lennon e l'adagio K622 del concerto per clarinetto in si bemolle di Mozart, per il resto sorridete.»

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